Silvio Berlusconi a difesa di Yonghong Li. Solidarietà o tornaconto nel clamoroso dietrofront dell’ex presidente?
Nelle settimane calde in cui il New York Times e Forbes hanno gettato nell’occhio del ciclone Yonghong Li, l’ex presidente del Milan Silvio Berlusconi è tornato a parlare del Milan questa volta, un po’ a sorpresa, prendendo le difese del nuovo numero uno rossonero.
Yonghong Li e il NYT
Tutto è iniziato (o meglio riniziato) con la mini inchiesta pubblicata dal New York Times, secondo cui molti dei possedimenti dichiarati d Yonghong Li in sede di trattativa con Fininvest non sarebbero in realtà suoi. La seconda stoccata ha riguardato invece il fratello e il padre del presidente rossonero, stando a quanto riportato dal giornale americano alle prese con alcuni problemi legali e fiscali legati a una possibile truffa ai danni dello stato.
E Forbes rilancia
Forbes ha rincarato la dose avanzando l’ipotesi, data quasi come certezza, secondo cui Yonghong Li sarà presto costretto a vendere il Milan. O meglio a svendere in virtù del debito contratto con il Fondo Elliott, debito che il patron milanista non sarebbe nelle condizioni di risanare entro i termini prestabiliti.
E poi spunta Silvio Berlusconi
Una lancia in favore di Yonghong Li l’ha spezzata un po’ a sorpresa l’ex presidente del Milan Silvio Berlusconi. Attraverso il proprio profilo Twitter, il predecessore di Yonghong Li ha fatto sapere che il nuovo proprietario del club ha sempre rispettato i suoi impegni e le scadenze. Visto che a pensar male non si fa mai peccato, non è da escludere che il clamoroso dietrofront di Berlusconi, che solo venti giorni fa aveva rivelato di essere così deluso da non essere ancora tornato a San Siro per vedere la squadra, sia una sorta di tutela nei suoi confronti, un modo per dire che in sede di trattativa tutte queste ombre non erano prevedibili né rintracciabili.